La toxoplasmosi è un’infezione molto comune. Contratta però in gravidanza, può portare ad esiti fatali o lasciare gravi strascichi al neonato. Vediamo allora insieme come prevenirla e cosa fare nello spiacevole caso in cui scoprissimo di averla contratta.

Cos’è la toxoplasmosi

Toxoplasmosi e gravidanza non sono una felice combinazione. E da mamma, lo so bene. Ma cos’è davvero la toxoplasmosi?

Come anticipato, si tratta di una banale infezione, quasi del tutto priva di sintomi, causata dal virus Toxoplasma gondii.
Colpisce circa il 70% della popolazione italiana poiché la sua diffusione è estremamente semplice: il parassita “colpevole”, tende a stabilirsi nell’intestino degli animali (si parla soprattutto di gatti), producendo uova. Queste, vengono poi disperse nell’ambiente attraverso le feci degli stessi animali, contaminando quindi campi e terreni dove pascolano animali o si coltivano alberi da frutto e verdura. Ed ecco che, infettati, rischiano di contagiare anche noi consumatori quando finiscono sul mercato.

Diventa difficile riconoscere i sintomi della toxoplasmosi visto che non sono affatto evidenti, o troppo simili ad altre patologie non gravi. Gran parte delle volte però, chi la contrae non se ne accorge affatto. O al massimo presenta qualche linea di febbre, linfonodi ingrossati e stanchezza generale, tutti presagi di un virus che tendono a regredire da soli.

Se l’hai contratta prima della gravidanza, allora ne sarai immune per tutta la vita. In caso contrario, può risultare molto pericolosa per il feto, che ne verrà contagiato per mezzo della placenta!

 

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Toxoplasmosi e gravidanza: quali esami effettuare

A questo punto sarai giunta alla conclusione che, capire se ci si sia mai beccati il virus della toxoplasmosi prima o durante la gravidanza, è un po’ impossibile (da sole).

Proprio per via dei sintomi contrastanti o del tutto assenti.
Si tratta poi di una “malattia” che si risolve in completa autonomia (non nel caso di una gestazione in corso) in meno di una settimana. Dopodiché avrai sviluppato gli anticorpi e l’immunità al batterio sarà permanente!

Quale test è opportuno effettuare allora? La risposta è il toxo-test.
O meglio, delle semplici
analisi del sangue, perché per me ha funzionato esattamente così. E’ stato infatti uno dei primi accertamenti che mi richiesero appena scoperta la mia prima gravidanza.

In questi esami del sangue si ricercano gli IgG e gli IgM.

Come leggere i valori del toxo-test

IgG e IgM negativi

Il primo valore indica che la donna non ha mai contratto la toxoplasmosi, il secondo indica che la malattia non è in corso. Per questo si dovranno adottare varie accortezze per quanto riguarda igiene ed alimentazione (che approfondiremo a breve), durante tutto il corso della gravidanza, e sarai obbligata a ripetere il test ogni mese per accertamenti.

 

IgG positivo e IgM negativo

Questo significherà che la toxoplasmosi è già stata contratta, e che perciò la donna è immune. Indi per cui la gravidanza potrà essere vissuta con più libertà, e vi potrete concedere anche tutti gli alimenti vietati a noi meno fortunate di voi. Che gioia!

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IgG negativo e IgM positivo

Ecco il risultato più temuto: la malattia qui è in pieno corso. Si ricorrerà per prima cosa allora ad altri due test che servono a datare l’inizio della contaminazione: più recente è il contagio e più alto sarà il rischio di eventuali complicazioni sul feto. Se però il contagio è avvenuto dai 6 agli 8 mesi prima della gravidanza, allora non ci sarà da preoccuparsi.

 

Toxoplasmosi e gravidanza: cosa non mangiare

toxoplasmosi e gravidanza cosa non mangiare

Passiamo in rassegna tutti gli alimenti da evitare se non si è immuni al batterio Toxoplasma gondii:

Insaccati

Il prosciutto crudo o gli insaccati crudi in genere, sono vietati. Perciò NO a salsiccia, salame, bresaola, pancetta e  capocollo. C’è chi dice che una stagionatura che superi i 16 mesi, possa uccidere il batterio, o che basta abbatterli in congelatore, ma nel caso di una gravidanza in corso, è sempre meglio non rischiare.

Frutta e verdura

Lava accuratamente, con bicarbonato, frutta e verdura, soprattutto quella a contatto con il terreno. Particolarmente rischiose sono le fragole, le more, i mirtilli e i lamponi. I frutti degli alberi sono meno rischiosi, ma anche in questo caso è sempre meglio risciacquare accuratamente il prodotto e lasciarlo a mollo con il bicarbonato per 20/30 minuti. Risciacqua con cura prima di consumarli.

Formaggi e latticini

No al consumo di formaggi a pasta molle (come il brie) o i formaggi con muffe (come il gorgonzola).
Evita latte e formaggi crudi non pastorizzati: soprattutto se di produzione artigianale.

Pesce e frutti di mare

Vietato il pesce affumicato, dal salmone allo sgombro, e dalla trota al merluzzo.
Evita i frutti di mare crudi

Carne e uova

La carne cruda è pericolosissima. Consumala perciò solo ben cotta, anche se dovesse trattarsi di carne bianca. Per ben cotta si intendono circa 66 gradi misurati al cuore della carne.
Evita di mangiare uova crude o salse fatte in casa con uova non pastorizzate.

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Toxoplasmosi in gravidanza: cosa succede

Laddove per un adulto la toxoplasmosi risulta essere innocua, per una mamma che aspetta un bimbo non lo è affatto. Come anticipato, il virus può attraversare la placenta ed arrivare al feto, con complicazioni anche gravi.

Complicanze toxoplasmosi nel primo trimestre

Le settimane più a rischio sono senza dubbio le prima 26. È durante i primi mesi infatti che si formano gli organi del bimbo! C’è però da precisare che all’inizio della gravidanza, è difficile (ma non impossibile) che la toxoplasmosi arrivi al piccolo: se questo avviene però, soprattutto durante il primo trimestre, spesso il contagio del virus si traduce in un aborto spontaneo.

Toxoplasmosi e secondo trimestre di gravidanza

Il secondo trimestre invece, porta con sé altri fantasmi. Quelli probabilmente più temuti. Contrarre il virus in quest’arco di tempo potrebbe portare a rischiosi danni al sistema nervoso (ritardo mentale, epilessia, idrocefalo, calcificazioni cerebrali o encefalite ), malformazioni, polmonite, sordità o cecità.

Ultimo trimestre di gravidanza e toxoplasmosi

Nell’ultimo trimestre di gravidanza, ci sono moltissime probabilità che il feto possa essere infettato dal virus, ma a quel punto i rischi sono minori, poiché a questo punto il bimbo è già ben formato! La peggiore conseguenza per il feto qui, sarebbe sviluppare una forma di anemia che solo in rari casi tende a manifestarsi in maniera severa.  

 

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