Se dico: moda sostenibile qual’e la prima cosa che vi viene in mente?
Sommario
Il più delle volte la risposta è che, tolto il prezzo che si immagina al di fuori delle tasche di qualsiasi italiano medio, il concetto di moda sostenibile rimane ancora una camera oscura.
Ma la verità è che è molto più alla mano di quanto possiamo immaginare.
Nella maggior parte dei casi lo scopo principale di un capo e’ che sia di tendenza, ancor meglio se anche economico.
Ma quando le due cose vanno a braccetto il senso di appagamento non ha prezzo.
Questa “magia” ha visto il suo periodo di massima ascesa durante l’ultima crisi socio-economica.
Stiamo superando una delle peggiori crisi dei nostri tempi, di quelle che ci ha lasciato tutti storditi, che ci ha fatto persino cambiare la percezione dell’acquisto, divenendo un gesto “meccanico” come quando si sente fame.
In questo contesto sono nate e cresciute quelle che ora sono diventate le grandi catene di distribuzione della “fast-fashion”, con l’idea di appagare e saziare la fame, offrendo un capo stiloso ed accessibile a chiunque.
E’ da questo gesto automatico, quasi involontario e incontrollabile che nasce l’acquisto compulsivo.
Così provenienza, qualità e lavorazione diventano aspetti che hanno perso l’interesse del consumatore finale.
Ma se provassimo a fermarci ed andare oltre ciò che stiamo rischiando di diventare?
Nel momento in cui acquistiamo non siamo solo i “consumatori finali”, ma stiamo entrando a far parte di un enorme ingranaggio economico dove tutti diventiamo inconsapevolmente sia consumatori che produttori al tempo stesso.
Come??
Ora Poggiate la vostra carta di credito per un secondo e concedetevi 5 minuti del vostro PREZIOSO tempo per capire come calibrare la bussola verso un acquisto più consapevole.
Vi siete mai chiesti com’è possibile che una T-shirt che dovrà essere filata, ideata, prodotta, introdotta nel mercato ed infine venduta possa costare solo 5 euro?????
La risposta che mi sono sentita dare più spesso è che queste grandi catene puntano più sulla quantità del prodotto che sulla qualità.
Cosa significa indossare un prodotto di scarsa qualità ?
Qual’è il reale significato di questa affermazione?
Come??
Ora Poggiate la vostra carta di credito per un secondo e concedetevi 5 minuti del vostro PREZIOSO tempo per capire come calibrare la bussola verso un acquisto più consapevole.
Vi siete mai chiesti com’è possibile che una T-shirt che dovrà essere filata, ideata, prodotta, introdotta nel mercato ed infine venduta possa costare solo 5 euro?????
La risposta che mi sono sentita dare più spesso è che queste grandi catene puntano più sulla quantità del prodotto che sulla qualità.
Cosa significa indossare un prodotto di scarsa qualità ?
Qual’è il reale significato di questa affermazione?
QUANDO CIO’ CHE INDOSSIAMO PUO’ ESSERE CONSIDERATO DANNOSO PER IL NOSTRO BENESSERE FISICO?
QUANDO E COME I CAPI CHE INDOSSIAMO POSSO ESSERE DANNOSI PER LA NOSTRA CUTE?
COME POSSIAMO EVITARLO?
PROCESSO DEL “PRODUTTORE”
1) Lavorazione delle fibre
La filatura industriale viene effettuata da batterie di macchinari che funzionano in modo completamente automatico.
Le fasi di lavorazioni cambiano in relazione al tipo di prodotto voluto.
Le operazioni per la filatura lunga prevedono:
- Pulitura con cernita e lavatura
- Apertura
- Battitura
- Cardatura
- Pettinatura (non si fa per le fibre corte)
- Nastro cardato
- Stoppino
- Filato
- Operazioni complementari
La filatura industriale prevede le seguenti fasi:
a) Preparazione
- Pulizia e depolverizzazione con aria compressa.
- Mischia: miscelazione delle fibre provenienti da balle diverse o di materiali diversi.
b) Cardatura
Ha lo scopo di orientare le fibre in un’unica direzione (parallelizzazione).
c) Pettinatura
Ha lo scopo di aumentare l’omogeneità e la parallelizzazione delle fibre, scartando le più corte.
d) Stiro
Ha lo scopo di mescolare e regolarizzare fibre di diverso genere o diversi lotti dello stesso genere (ad esempio fibre sintetiche con fibre naturali) e rendere uniforme lo stoppino.
e) Filatura
Lo stoppino proveniente dai “banchi a fusi” subisce infine la torsione definitiva e l’avvolgimento su rocchetti o bobine (bobinatura) nei filatoi che possono essere intermittenti (selfacting) o continui (ad alette o ad anelli).
f) Roccatura
I fusi di filato prodotti dal filatoio ad anelli (ring spinning) vengono svolti dalla roccatrice e riavvolti sotto forma di rocca.
2) La qualità delle materie prime.
3) Colorazione
PROCESSO DEL “CONSUMATORE”
4) Rifiuti
- Non si può parlare di moda ecologica e sostenibile senza un piano di recupero obbligatorio che preveda la produzione grazie a tessuti ottenuti da materiali di riciclo.
- Non si può pensare alla moda sostenibile senza un piano di smaltimento dei scarti di produzione o di quei materiali inutilizzabili.
- Non si dire un brand ecofriendly senza un programma che preveda obbligatoriamente l’utilizzo di materiali biodegradabili.