Dopo i primi 6 mesi di vita del bambino, noi neomamme e neopapà iniziamo a sperimentare il terrore per il tanto temuto “svezzamento”. Dagli sputi a raffica alle bocche chiuse che rifiutano il cibo e dai pianti a frequenza intercontinentale ai piatti che volano.
E se fosse proprio questo approccio forzato e tradizionale ad essere sbagliato? Se l’alternativa meno traumatica fosse l’autosvezzamento?
Vediamo insieme cos’è e come e quando avviarlo!
Autosvezzamento in cosa differisce dallo svezzamento tradizionale?
Sommario
Iniziamo con il capire cos’è lo svezzamento tradizionale, ovvero quello iniziato seguendo le indicazioni del pediatra. Parola d’ordine? Cibi nuovi, un po’ alla volta!
Si parte da brodo vegetale e crema di riso o mais e tapioca e poi pian piano si introducono diversi cibi, il tutto seguendo una scaletta ben precisa. Per capirci, ad esempio, il pomodoro viene introdotto dopo i 9 mesi, e l’uovo intero solo dopo il primo anno.
Il principio fondamentale qui, è sostanzialmente eliminare una poppata ed introdurre al suo posto un pasto completo (prime pappe e omogeneizzati, poi pezzetti di cibo sempre più grandi), fino ad eliminare completamente il latte! Praticamente uno svezzamento con cibo a pezzetti.
Chi segue questo metodo, generalmente tende a far mangiare il bimbo da solo, ad orari diversi da quelli del resto della famiglia.
Quindi di cosa parliamo quando parliamo di autosvezzamento?
La prima differenza dipende proprio dall’autonomia del bimbo: questo processo infatti inizia solo quando lo decide il piccolo! Non si seguono calendari o tabelle e non c’è nessuna forzatura sul cibo: i pasti vengono condivisi a tavola, in famiglia e il bambino entra a contatto con il cibo che mangiamo noi mamme e papà!
Il latte non viene sostituito perché lo suggerisce il pediatra, ma si attende il naturale sviluppo e desiderio del bambino.
Si inizia con piccoli assaggi, e visto che abbiamo atteso la sua autonomia, non dovremo affidarci a cibi speciali preparati apposta per lui. Il tutto è assolutamente non traumatico!
Autosvezzamento: quando iniziarlo?
Dimenticando per un attimo le paure che svezzamento e autosvezzamento comportano, è normale che una volta superati i 6 mesi di vita, venga voglia a noi genitori di iniziare a sperimentare e fare assaggiare diversi cibi al nostro principino o alla principessina di casa.
Come me, ti sarai chiesta molte molte volte se puoi praticare l’autosvezzamento a 6 mesi.
Ma quando arriva il momento giusto per iniziare l’autosvezzamento? Ecco i segnali da cogliere:
- Il bimbo è in grado di stare seduto da solo sul seggiolone, o almeno, riesce a tener su la testa senza bisogno di aiuto;
- Il piccolo mostra autonomamente interesse per il cibo e riesce a farsi capire con “si e no”;
- Riesce bene a coordinare mani, bocca e occhi, tanto da individuare il suo cibo “preda” sul tavolo e afferrarlo per poi metterlo in bocca da solo;
- Il bambino è capace di deglutire cibo solido (lo scoprirete quando smetterà di sputarlo, niente di più semplice).
- Il piccolo è completamente libero dal riflesso di estrusione (scopriremo più avanti di cosa si tratta).
Un libro per capire meglio l’autosvezzamento:
“Io mi svezzo da solo”
Questo libro è stato un tassello fondamentale per me: scritto nel 2008 da Lucio Piermarini che mi sento liberissima di definire il “pediatra che tutti vorrebbero”.
Ci sono delle parole che riescono a far subito la differenza, dalle prime righe, ovvero l’alleanza terapeutica: la fiducia alla base del rapporto medico-paziente.
In quanti possiamo vantare un rapporto perfetto con il pediatra?
In quanti ci fidiamo davvero senza riserve e in quanti invece mettiamo in discussione i consigli e cerchiamo un confronto altrove? O peggio ancora, in quanti ci sentiamo perfettamente a nostro agio tanto da intrattenere dialoghi sempre sinceri (anche dovessero sfociare in costruttive discussioni)?
Ecco, questo è un libro per i genitori, nel quale in molti riusciranno a ritrovarsi, e dove un pediatra parla liberamente dei suoi errori che lo hanno portato ad assumere un approccio basato sull’osservazione e sulla tutela del bambino.
Si parla del latte materno come il migliore alimento esclusivo per i primi 6-8 mesi di vita del bimbo. Si parla di curve di crescita e di come percepirle, si parla dell’importanza dell’innovazione e delle formule alimentari che possono sostituire il latte quando il bambino ne sentirà il bisogno.
Perciò se avete come me, paura di sbagliare, se avete timore che l’autosvezzamento possa non essere vissuto in maniera serena, liberate la mente con questa lettura!
Autosvezzamento: come scegliere i cibi
La scelta del cibo è il dilemma che tormenta come un fantasma ogni genitore, ma in generale la regola base da seguire sarà prendere in considerazione solo cibi che:
- Non siano troppo duri o troppo morbidi;
- Cibi che possano facilmente essere tagliati a piccoli pezzi;
- Cibi facili da afferrare con le mani. A grandezza bambino insomma!
L’ideale per iniziare l’autosvezzamento saranno la frutta a fette (pera, pesca, melone…), pane a pezzi (fate attenzione al tipo di mollica), i fiori di broccoli grigliati o lessati.
Tra i cibi invece da evitare all’inizio dell’auto svezzamento, almeno nel primo periodo, ci sono i formati di pasta troppo grandi, la frutta troppo matura, gli acini di uva, le olive…
Una cosa che anche se dicono sia superflua che invece noi e le nonne abbiamo apprezzato molto è il Nibbler Nuby una retina svezzamento neonati, per far assaggiare i primi pezzi solidi al bambino in tutta sicurezza.
Il bimbo quindi potrà mangiare tutto quello che mangiamo anche noi, purché si tratti però di cibo sano. Ecco che allora l’autosvezzamento diventa occasione per porci delle domande sulla routine alimentare della famiglia: se si alternano le proteine di carne, uova, pesce, legumi e formaggio e se si mangiano abbastanza verdura e frutta.
CONSIGLIO: Cercate di seguire la stagionalità degli alimenti e ricordate di non fare assaggiare zucchero e sale fino al primo anno: superato questo traguardo, iniziate ad introdurre il piccolo ai piaceri della cucina solo a piccole dosi!
Autosvezzamento e rischio di soffocamento:
come prevenirlo e come tagliare il cibo
Purtroppo il rischio di soffocamento è qualcosa che ha tutto il diritto di spaventarci, soprattutto quando si inizia l’autosvezzamento. Vediamo perciò le precauzioni essenziali per evitare che accada (io per stare tranquilla ogni anno seguo un corso per la disostruzione pediatrica e ci ho portato anche la nonna!):
- Sembrerà banale, ma non lasciate mai il bimbo a mangiare da solo;
- Non abbiate fretta: iniziate l’autosvezzamento quando il piccolo è in grado di stare seduto da solo. Indispensabile condizione perché la schiena eretta aiuta il cibo a non prendere vie traverse.
- Non imboccate il bambino: lasciategli l’autonomia e il controllo di decidere quanto cibo mettere in bocca;
- Insegnategli subito che “quando si mangia non si parla”. O peggio, non si corre!
- Nel caso in cui il bambino dovesse mettere troppo cibo in bocca, incoraggiatelo a masticare ed ingoiare prima di prenderne dell’altro.
Per quanto riguarda gli alimenti a rischio poi, quelli da evitare sono senza dubbio quelli piccoli, lisci, appiccicosi e filamentosi. Vediamoli però nel dettaglio:
- No agli arachidi o alla frutta a guscio e secca in generale;
- No ai chicchi d’uva;
- No ai pomodorini;
- No alla mela cruda tagliata a spicchi
- No alle carote crude;
- No alle caramelle dure o a quelle gommose;
- No alle olive;
- No ai biscotti secchi;
- No al miele o al burro di arachidi;
- No ad un boccone troppo spesso di prosciutto crudo;
- No al sedano crudo o al finocchio crudo.
Ovviamente, con le dovute cautele, alcuni di questi cibi, potranno essere mangiati ugualmente e senza alcun pericolo. Vediamo allora come tagliare i cibi per delle prime pappe sicure:
- Se abbiamo detto no agli spicchi di mela, possiamo dire si alla mela intera: è più facile da rosicchiare;
- L’acino d’uva intero è proibito, ma tagliato a metà o in quattro, diventa sicuro;
- Stessa cosa vale per i pomodorini; tagliateli in quattro pezzi;
- Se non volete fargli rinunciare il piacere della frutta secca, fate attenzione a schiacciarla bene;
- Carote e finocchi cotti, sono assolutamente sicuri!
Riflesso di estrusione: di cosa si tratta?
Il riflesso di estrusione è un riflesso di protezione del neonato che gli permette di spingere fuori dalla bocca tutto quello che non è liquido.
Questa è una reazione involontaria che si perde dopo i 6 mesi di vita, perciò è un punto fondamentale di attesa per poter iniziare l’autosvezzamento in totale sicurezza!
Autosvezzamento: come iniziare?
Grembiulini e bavaglini diventeranno il vostro braccio destro in questa meravigliosa avventura, anche perché come anticipato, la storia dei piatti e del cibo volante non è davvero una leggenda!
Io ad esempio avevo tappezzato con un “tappeto” di plastica il pavimento sotto il seggiolone per limitare i danni. Sedie e pavimento però non ne sono sempre venuti fuori indenni.
Altro importante accorgimento, visto che scegliendo l’autosvezzamento il bambino siederà a tavola con voi, sarà lo scegliere un set pappa indistruttibile e maneggevole: forchettina, cucchiaino e bicchierino che cadendo per terra non si rompano in mille pezzi. Anche perché ne subiranno di cadute o lanci!
Quando il piccolo mostrerà interesse verso il cibo sulla tavola, con i dovuti accorgimenti (sul come tagliare i cibi), lasciamolo libero di prenderne quanto ne vuole e di sperimentare.
Ricordate poi di non diradare le poppate, ma di continuare ad allattare con quelli che sono sempre stati i vostri ritmi abituali. Vedrete che gradualmente, inizieranno a diminuire quelle in prossimità dei pasti a tavola: ecco l’autosvezzamento.
Il bambino si svezzerà da solo adeguandosi ai tempi e alle abitudini alimentari del resto della ciurma-famiglia.
In sostanza, con questo metodo, lasciamo totale indipendenza ed autonomia ai nostri gioielli senza forzare il naturale corso degli eventi. Via libera alla pappa!