Lei: “L’ha fatta?”

Lui: “No no, l’ha fatta poco fa….”

Lei: “Controlla lo stesso. L’ha fatta?”

Lui: “Oddio sì, di nuovo!”

Se questo dialogo vi è familiare, non ho dubbi: siete neogenitori e questo è l’argomento, come dire, puzzolente, di tutta la faccenda.

Quando in casa arriva un cucciolo di uomo i pannolini sono in cima alla lista della spesa, una top ten dalla quale faticano ad uscire per almeno 2 – 3 anni.

Il pannolino, l’uso, la tipologia e la frequenza con la quale si cambia sono solo alcune delle preoccupazioni che ci affliggono. Voglio ricordarvi però che, nonostante il corretto funzionamento intestinale e la regolare evacuazione del piccoletto siano sicuramente importanti non si dovrebbe dimenticare che farne argomento di discussione di cene, pranzi e incontri casuali con amici e parenti, non è sempre cosa gradita.

I primi cambi di pannolino non si dimenticano facilmente. La neomamma non ha molta dimestichezza con culetti morbidi e piccolissimi e il cambio assume la complessità di un intervento di cardiochirurgia. Questa fase fortunatamente passa subito, grazie all’intervento dell’ostetrica, della mamma neononna o della zia –ho 3 figli–  che prontamente rasserenano dicendo: “ ma non preoccuparti che i bambini sono di gomma”.

Per i neopapà la strada è invece lunga e tortuosa. Spesso loro, potendo scegliere, preferiscono occuparsi della faccenda quando i bimbi sono un po’ più grandi. Rassicurati dal vederli più robusti e resistenti, procedono senza indugio al cambio del pannolino, sentendosi meno pericolosi per se stessi e per il bebè.

Provo a rispondere alle domande e ai dubbi più frequenti.

Quando cambiare il pannolino

Beh questo è semplice: tutte le volte che è necessario e cioè tutte le volte che il piccolo/a ha fatto pipì o popò. È giusto sapere che un bebè, per quanto piccolo sia, ne produce una grandissima quantità. Anzi, più è piccolo e più ne fa! L’alimentazione di un bambino di pochi mesi è esclusivamente costituita da liquidi, latte materno o in polvere, ed è proprio per questo motivo che ad ogni poppata il piccoletto necessiterà un pit stop per un cambio pannolino.

Consigli? Fare una maxi scorta di pannolini. Spesso on-line si fanno dei veri affari acquistando confezioni convenienza e pacchi scorta che potrebbero sembravi infinite ma, ahi voi, finiranno in un battibaleno.

Pampers Progressi su Amazon, pannolino perfetto per i primi mesi di vita, con speciale indicatore di bagnato, dotato di filtrante a fori larghi per la popò liquida. 

– Naty by Nature babycare su Amazon, pannolini ecologici, delicatissimi sulla pelle grazie ai materiali impiegati. Molto indicati per i primi mesi dei bambini, riescono a trattenere la popò liquida grazie ad un sistema a barriera potenziato attorno alle gambe. 

 

Operazione cambio pannolino neonato

Le neomamme, come dicevamo, durante i primi cambi sono terrorizzate, è facile riconoscerle: spostano le gambette con estrema cautela e il piccolo che, probabilmente comprende la difficoltà della mamma, non si ribella ma solo all’inizio perché questa pacchia dura pochissimo. Il bebè diventa più grande e di conseguenza più forte, in pochissimi mesi si trasformerà in un serpentello difficile da contenere ma, per quel momento la non più inesperta mamma sarà diventata una maga del cambio pannolino: con una mano, ad occhi chiusi, col pannolino tra i denti, insomma una campionessa del cambio in tutte le situazioni, dal comodo e confortevole in casa, a quello acrobatico in spiaggia e nei bagni pubblici.

come cambiare il pannolino

Cosa serve per il cambio pannolino

  • Ambiente riscaldato (se è inverno);
  • Fasciatoio, in alternativa un piano d’appoggio come un letto o un tavolo;
  • Pannolino pulito, e il mangiapannolino per quello usato;
  • Acqua tiepida o salviettine umidificate senza profumo; (in casa mi preparavo dell’acqua tiepida in uno squizeer ed inumidivo dei quadrotti di cotone, per i cambi fuori utilizzavo le salviette usa e getta della Hipp, le migliori che abbia provato);
  • Lavette in cotone bianco per asciugare (io ho utilizzato quelle in mussola);
  • Pasta o crema per le irritazioni della pelle del bimbo, ne ho provate molte, ma l’unica che consiglio sempre è la pasta lenitiva protettiva Bepanthenol.

Come cambiare un pannolino

  1. Staccare gli adesivi del pannolino sporco, alzare entrambe le gambe, sfilare il pannolino sporco, chiuderlo e gettarlo via.
  2. Lavare il bambino con abbondante acqua tiepida o con salviettine umidificate. Se si tratta di una femminuccia bisogna fare attenzione a lavarla compiendo dei movimenti da avanti verso dietro per evitare che la vagina possa entrare a contato con i batteri delle feci. Se si tratta di un maschietto invece, bisogna fare attenzione a pulire bene il pisellino, aprendo delicatamente il prepuzio per eliminare eventuali impurità. Dopo aver sciacquato bene, asciugare delicatamente con la lavetta di cotone asciutto non dimenticando le piegoline della parte inguinale.
  3. Aprire il pannolino pulito e sollevare le gambe del bambino dalle caviglie per posizionarlo sotto il sederino all’altezza della schiena. Attenzione: il lato del pannolino con le linguette adesive deve trovarsi sotto il bebè.
  4. Applicare una crema lenitiva e protettiva per prevenire le irritazioni, o il temuto eczema da pannolino.
  5. Chiudere il pannolino portando la parte anteriore tra le gambe del bebè assicurandosi che non sia ne troppo stretto ne troppo largo, ponendo una mano sulla pancia rimuovere la protezione della linguetta adesiva un lato per volta e attaccarla su. Et voilà, un gioco da ragazzi, vero?!
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Ogni quanto cambiare il pannolino

Come già accennato ad inizio articolo non esistono regole precise, certo è che il pannolino va cambiato tutte le volte che è necessario quindi tutte le volte che il piccolo/a è sporco, anche solo di pipì.

Lasciare il bambino sporco di pipì provoca alla pelle così delicata delle irritazioni dovute proprio all’umidità che si crea all’interno del panno. Per evitare queste irritazioni che comportano fastidi e bruciori è necessario che il panno venga cambiato ogni 3-4 ore.

Esistono anche dei particolari periodi dello sviluppo dei bambini, come quello in cui cominciano a mettere i primi dentini, in cui le feci sono molto acide e lasciarlo sporco, può provocare arrossamenti persistenti e difficili da lenire.

Il pannolino è davvero uno degli ambienti più favorevoli per la proliferazione batterica, umido e caldo com’è è praticamente perfetto. Per questo consigliamo cambi frequenti e accurati.

Durante i primi mesi di vita del bebè i cambi possono superare i dieci giornalieri per poi regolarizzarsi con il passare dei mesi.

È consigliabile mettere a nanna il bimbo ben pulito e asciutto e cambiarlo a metà del sonno. Alcuni bambini si svegliano di continuo quindi il cambio del pannolino non costituisce un problema per l’interruzione del loro sonno, altri, quelli i cui genitori possono ritenersi infinitamente fortunati, dormono tutta la notte e spesso non si svegliano neanche durante il cambio.

 

Cambio pannolino per lei e per lui. Esistono differenze?

cambio pannolino bimbo e bimba le differenze

Si, esistono molte differenze tra il cambio pannolino dei maschietti e quello delle femminucce. Potremmo dire che le differenze tra i due generi iniziano a scorgersi proprio da qui! Scherzi a parte, le differenze sono determinate dalla diversa anatomia, vediamole:

Cambiare il pannolino ad un maschietto

Quando si cambia un maschietto c’è sempre il pericolo fontanella inaspettata. L’acqua utilizzata durante il lavaggio e la sensazione di freschezza stimolano inevitabilmente altra pipì, per questo cambiare un maschietto è un po’ più rischioso. Tenete con voi un asciugamano sempre pronto per qualsiasi inconveniente e, se dovesse succedere, beh pare porti fortuna!

Cambiare il pannolino ad una femminuccia

Nel cambio pannolino delle femminucce è molto importante la direzione del movimento da compiere, bisogna sempre seguire il verso avanti – dietro cosi da evitare di contaminare con batteri fecali la vagina rischiando brutte e fastidiosissime infezioni.

 

Scegliere i pannolini usa e getta o i pannolini lavabili?

Da alcuni anni stiamo assistendo alla ribalta dei pannolini lavabili che, con l’avvento dei più moderni usa e getta, sembravano ormai un vecchio ricordo legato ai racconti delle nostre nonne. Ed invece una nuova tendenza, dettata dalla volontà di compiere una scelta ecologica, più naturale ed economica li ha riportati in auge.

Ciascuno dei due prodotti vanta inevitabilmente pro e contro: l’usa e getta comporta un dispendio monetario maggiore, direttamente proporzionale alla praticità. I genitori che scelgono i pannolini lavabili non sono attratti solo dalla convenienza economica ma soprattutto dall’etica che accompagna tale scelta: non inquinare rispettando l’ambiente ed evitare di far indossare al proprio figlio un prodotto che, se pur controllato e a norma di legge, è trattato chimicamente.

I pannolini lavabili, realizzati con tessuti naturali hanno meno capacità di assorbimento e di barriera per evitare la fuoriuscita della popò liquida ma, soprattutto nei casi di infiammazioni molto gravi, di ipersensibilità o di allergie sono consigliati visto che sono composti interamente di fibre naturali.

La diatriba e ardua e la scelta solo dei genitore. Per noi, l’argomento è chiuso!

Passare dal pannolino al vasino

L’età in cui solitamente si abbandona il pannolino per cominciare ad usare il vasino, oscilla tra i due anni e mezzo e i tre anni e mezzo. Non dimentichiamo però che ogni bambino ha tempi diversi e che bisogna dare il tempo necessario per accogliere di buongrado il nuovo amico: il vasino.

Esistono molte scuole di pensiero circa il passaggio dal pannolino all’inizio dell’autonomia rappresentata dal vasino. Armandosi di pazienza e determinazione bisogna avvicinare il bambino all’idea di poter lasciare il pannolino, inutile dire che la più convinta che ciò avvenga dev’essere la mamma. É possibile pensare a questo passaggio nel momento in cui si nota che il bambino al momento del cambio è asciutto, questo è il primo segnale che il piccolo ha cominciato a controllare gli sfinteri. È possibile cominciare a parlarne con l’ausilio di un libro illustrato che tratta l’argomento in modo chiaro e divertente per i bambini. Sono necessari alcuni giorni di transizione in cui il bambino deve capire la necessità di comunicare i suoi bisogni e farsi accompagnare in bagno. Durante questa transizione capita che scappi qualche pipì ma questa possibilità non deve affatto scoraggiare.

 

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