Se stai aspettando un bambino, molto del tuo tempo è sicuramente dedicato a cercare informazioni, nozioni e tecniche sull’accudimento del neonato. Se sei arrivata fino qui, probabilmente vuoi sapere come fare il cosleeping in sicurezza.

Il Cosleeping cos’è?

Nel concreto, fare co-sleeping si traduce nel condividere il sonno con il bambino.

Tra i molti dubbi che assillano i neogenitori c’è quello sulla pratica controversa di dormire tutti insieme nel lettone; chi dice sì e chi sostiene l’opposto. Approfondiamo meglio l’argomento del cosleeping.

Per essere più specifici si può parlare di:

  • Room-sharing, quando si condivide la camera da letto.
  • Bed-sharing, quando si condivide il letto, chiamato anche co-bedding.
  • Side-bed, quando si affianca un letto a quello di mamma e papà, come ad esempio la la culla next to me della Chicco.

Cosleeping sicuro

Partendo dal presupposto che in moltissime culture il condividere il sonno con i bambini è la normalità, in questo articolo spiego come sia possibile fare cosleeping in sicurezza.

Non cadere nella trappola delle “guerre tra mamme”, come accade ad esempio per l’allattamento al seno o l’educazione ad alto contatto ma fai in modo che ogni scelta sia consapevole e vi renda felici.

Dormire nel lettone: le regole.

  • Il neonato deve dormire supino, sempre!! anche se non dormite nello stesso letto.
  • Usa un materasso adatto, che sia sufficientemente rigido vietati i materassi troppo morbidi con il rischio che il neonato affondi (valgono le stesse regole per la scelta del materassino per culla).
  • Togli i cuscini e le coperte troppo pesanti (meglio dormire senza coperte) e assicurati che durante il sonno la testa del bimbo rimanga scoperta, sono vietati anche i pupazzi vicino al neonato.
  • Non lasciare mai da solo il neonato nel lettone, potrebbe cadere.
  • Non mettere mai il neonato al centro, ma dalla parte della mamma sul lato esterno del letto, avendo l’accortezza di munirti di un’opportuna spondina di sicurezza, o dal lato della parete; questo perché di solito le madri sanno dove si trova il piccolo anche quando dormono, mentre i partner o i fratelli più grandi non hanno la stessa percezione.
  • Evita spazi vuoti tra materasso e sponda del letto, tra materasso e testiera o qualunque fessura in cui il bambino possa restare intrappolato.
  • Evita che ci siano lacci o corde o oggetti appesi per ridurre a zero il rischio strangolamento.
  • Vesti il bimbo secondo la temperatura della stanza, se il tuo timore è che possa prendere troppo freddo ti consiglio di usare il sacco nanna.

quando condividere il letto con il neonato è pericoloso

Quando evitare il cosleeping

Potrebbe sembrare che con alcune accortezze si possa sempre dormire insieme al neonato, in realtà non è così. Ci sono casi specifici in cui il cosleeping è assolutamente da evitare:

  • se i genitori fumano: il rischio di Sindrome da Morte Improvvisa di un neonato è più alta se il piccolo divide il letto con un fumatore;
  • quando i genitori assumono stupefacenti;
  • se i genitori hanno problemi di obesità;
  • quando sei esausta, malata o non sei in grado di percepire la sua presenza accanto a te.

La mia esperienza di co sleeping con il neonato

Prima della nascita di Sara, ero fermamente convinta di farla dormire nella sua cameretta, eppure, già dopo pochi giorni dal rientro a casa dopo il parto, sentivo che c’era qualcosa che non funzionava.

I suoi frequenti risvegli notturni, i tempi di allattamento e la sua difficoltà nel riaddormentarsi stavano minando seriamente la qualità del mio sonno e la sua serenità.
Lentamente, ho preso coscienza del fatto che quel distacco fra lei e me, soprattutto nelle ore notturne, non era affatto naturale ed ho iniziato a portarla a dormire con noi nel lettone.

Ovviamente, ero piena di sensi di colpa: quello che stavo facendo andava contro tutto ciò che mi era stato detto, suggerito ed insegnato da pediatri, famigliari e libri sull’argomento.

Così, ho cominciato ad informarmi meglio ed ho scoperto che ciò che mi era stato dettato dall’istinto aveva addirittura un nome: stavo facendo il co-sleeping.

Tra le molte informazioni lette sulla condivisione del sonno con i bambini, ho apprezzato in particolar modo quelle trattate dalla psicologa perinatale Alessandra Bortolotti che ha dedicato all’argomento del cosleeping buona parte dei suoi studi, tutti centrati sull’analisi delle emozioni del bambino e sulla loro gestione.

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Lo fai dormire nel lettone? E se poi prende il vizio?

dorme nel lettone e se poi prende il vizio

Quante volte ho sentito questa frase! Ogni commento di questo tipo mi faceva sentire sempre più inadeguata, ma nonostante le critiche e i retaggi culturali ho seguito il mio istinto di mamma assecondando ogni richiesta di contatto dei miei figli appena nati.

Leggere libri in gravidanza e dopo la nascita di bambini, mi ha sempre aiutata a ritrovare la giusta dimensione di mamma e mi ha insegnato che non esiste quasi mai il giusto assoluto, piuttosto esiste la cosa giusta per noi.

Leggendo il libro della Bortolotti ” E se poi prende il vizio” mi sono resa conto che ciò che vivevo nella mia esperienza quotidiana era assolutamente fisiologico.

La psicologa spiega chiaramente che il sonno del bambino è molto diverso da quello dell’adulto e che i frequenti risvegli notturni rappresentano la normalità per la maggior parte dei bambini fino ai 3 anni.

Anche il Dottor Nils Bergman, pediatra presso l’Università di Città del Capo in Sudafrica, in un suo studio sostiene che i bambini dovrebbero dormire nel lettone insieme a mamma e papà fino ai 3 anni; infatti fare cosleeping  permette ai neonati un riposo migliore di quello che avrebbero nella culla, perché il cuore del neonato in culla è più sotto stress rispetto a quando dorme vicino alla mamma.

Sempre secondo il Dott. Bergman praticare il cosleeping aumenterebbe il bonding con il neonato (il legame tra una mamma e il suo bambino).

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I vantaggi del cosleeping

Ecco quindi che il co-sleeping diventa una pratica estremamente congeniale:

  • migliora  la fase di allattamento notturno,
  • favorisce la qualità del sonno delle mamme,
  • riduce i tempi necessari per riaddormentarsi sia per il neonato che per la mamma,
  • favorisce l’allungamento dell’allattamento ben oltre il primo anno di vita,
  • genera uno stato di fiducia e sicurezza nel bambino, che contribuisce ad accrescere un sano senso di indipendenza.

Personalmente ho potuto verificare che, se è vero che un neonato che dorme con noi tende a svegliarsi più spesso per essere allattato, è altrettanto vero che i tempi necessari per riaddormentarsi diminuiscono notevolmente, con effetti rilassanti per la mamma e per il bambino.

Facendo dormire il bambino accanto a me, ho potuto allattarlo molto più a lungo, utilizzando l’attaccamento al seno anche come metodo per tranquillizzarlo e per farlo riaddormentare più serenamente.

Insomma, paradossalmente, più si risponde in maniera solerte ed efficace alle richieste del neonato, più si hanno possibilità che il bebè sviluppi un buon grado di indipendenza ed autonomia durante la crescita.

Falsi miti del cosleeping

Sfatiamo subito i due più grandi aspetti negativi che si associano alla pratica del cosleeping:

  • una volta abituato a dormire con i genitori il bambino non dormirà mai più nel suo letto.
    Niente di più falso, i bambini crescono, il loro sonno diventa più simile a quello dell’adulto e nella loro corsa all’indipendenza e all’autonomia, il dormire nel loro letto in cameretta si trasformerà, in un traguardo da raggiungere appena saranno pronti.
  • il bambino nel lettone è la causa dell’allontanamento della coppia.
    Tutte scuse, la distanza che si crea fra i coniugi è dovuta dalla mancanza di comunicazione, che è sempre alla base di un rapporto solido e soddisfacente.
    L’intimità, se voluta, potrà sempre essere ricercata e trovata in altri luoghi ed in altri momenti.

Conclusioni

Per concludere, se anche tu senti che far dormire il neonato nella sua culla (ignorandone i pianti) sia una forzatura culturale, se percepisci il distacco notturno come qualcosa di innaturale e se ti rendi conto del fatto che il sonno di entrambi ne risenta, allora sei pronta per provare il co-sleeping.

L’importante è che sia sempre una scelta consapevole e condivisa, nella convinzione che dormire con mamma e papà sia un bisogno, non un vizio, e che vengano rispettati tutti gli accorgimenti per il cosleeping in sicurezza.

Di fatto, dopo anni di cosleeping in sicurezza, mia figlia ha cominciato recentemente a chiedere di voler dormire nel suo lettino e dopo i saluti e le coccole di rito, si addormenta da sola, in piena autonomia.

 

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